Non esiste innovazione senza semplificazione
Non esiste innovazione senza semplificazione

Giustizia digitale, a che punto siamo: i 5 processi telematici al confronto

Civile, Penale, Amministrativo, Tributario e Contabile. Confrontare i processi telematici non è semplice ma, oggi più che mai, è necessario. Serve infatti una riforma verso una interoperabilità dei diversi sistemi

Dimmi di cosa ti occupi e ti dirò quali regole del processo telematico devi applicare”.Questo motto rappresenta al meglio l’attuale situazione del Processo telematico in Italia, dove agli operatori del diritto è richiesto di affiancare ad una specializzazione per materia, una specializzazione telematica.

L’analisi di questi cinque processi telematici conduce ad una ineluttabile conseguenza: dal punto di vista della normativa tecnica ogni processo telematico è costruito con le proprie peculiari regole e le proprie specialità e dipende da Autorità differenti che difficilmente riescono a uniformarsi.

Siamo sicuri che questa sia la strada corretta da seguire?

La risposta a questo interrogativo non può che essere negativa.

Recentemente si è tenuto a Rovereto un convegno in materia organizzato dagli Ordini degli Avvocati di Rovereto, Trento e Bolzano, in collaborazione con l’Unione Triveneta dei Consigli degli Ordini degli Avvocati, con la Camera Civile di Trento e Rovereto, con la Camera Penale di Trento “Michele Pompermaier” e con la Camera Amministrativa di Trento, dal quale è emersa una unanime condanna da parte delle Istituzioni, dell’associazionismo forense, della magistratura e dei tecnici del diritto in merito a questa atomistica produzione di regolamentazione tecnica.

In un mondo in continua evoluzione, dove la regola posta alla base dell’innovazione è la semplificazione dei processi, caratterizzata dall’unità delle procedure, nel processo telematico si sta andando nella direzione totalmente sbagliata. Questa disamina, basata su un lavoro del Centro Studi Processo Telematico – la prima ed unica nel suo genere – vuole porre l’attenzione su questo caotico e, spesso, incomprensibile quadro normativo e regolamentare relativo al processo telematico, con l’auspicio che, finalmente, vi sia un’inversione di rotta.

Siamo ancora in tempo per reagire e realizzare una disciplina comune, almeno negli aspetti fondamentali: formati ammessi; firme concesse; modalità di deposito conformi; notifiche a mezzo PEC e attestazioni di conformità uniformi. Occorre, però, la volontà di porre in essere tale percorso comune che coinvolga in senso trasversale tutti i processi telematici, pur nella consapevolezza delle tipicità di ognuno.

Il fine cui ispirare una riforma in questo senso è unico: realizzare una interoperabilità tra sistemi attraverso una disciplina univoca negli aspetti essenziali. Poi ogni amministrazione potrà anche proseguire per la propria strada ma l’operatore del diritto non potrà che beneficiare di regole certe comuni e di procedimenti standardizzati negli aspetti essenziali.